E’ stato per me un grande piacere ed un vero privilegio poter prendere parte al laboratorio “Storie di oggetti” organizzato dalla Fondazione Studio Museo “Vico Magistretti” nell’ambito della sua recente mostra dal titolo “Fuori catalogo | 5 fotografi interpretano 5 prodotti di Vico Magistretti“.
Coadiuvato da Marta Ferina (consulente per le attività educative del PAC di Milano e altre istituzioni museali) e in collaborazione con Annalisa Gioacchini, al termine di un sabato pomeriggio creativo e ricreativo abbiamo dato vita ad un silent book dal titolo “Design… ora te lo spiego!”.
Quest’opera trae ispirazione da uno dei cinque progetti di Vico Magistretti esposti all’interno della mostra. La nostra attenzione, che sulle prime si era soffermata sul tavolo Edison, è infine caduta sulla libreria Broomstick, progettata da Magistretti per Alias: un oggetto comune per il tipo di materiale utilizzato (letteralmente dei manici di scopa di legno) la cui lettura può però risultare più complessa del previsto. Ne è una testimonianza la foto della mostra (scattata da Jean-Vincent Simonet) che richiama atmosfere escheriane con un forte senso di irrisolto. Sensazione che svanisce una volta posti di fronte all’oggetto la cui semplicità e modularità ci ha suggerito una rilettura in chiave multidimensionale. Da questa analisi è nato il nostro silent book che ha come obiettivo non solo quello di riflettere sulla natura di questo specifico progetto ma anche sul design (e sul design di Magistretti) in generale.
La nostra narrazione inizia con una copertina intenzionalmente confusionaria ed irregolare: una serie di scatti dell’oggetto preso da molteplici altezze ed angolazioni che evidenziano una fitta trama di geometrie ed intersezioni orizzontali, verticali e diagonali. Gli stessi scatti sono sparpagliati ed ammassati in un’ordine casuale. Il messaggio che si è voluto trasmettere è legato alla necessità di una chiave di lettura del design, di un punto di vista critico ed analitico che lo renda semplice, comprensibile, attuale.
La contestualizzazione dell’oggetto avviene nella seconda pagina. Come sottolinea il titolo dell’opera, si tratta di una vera e propria “spiegazione” realizzata per mezzo di un popup che ricostruisce idealmente l’immagine di una casa servendosi di un’unica sezione frontale della libreria. La libreria diventa quindi allo stesso tempo una scala, una stanza ed una finestra, in una vista prospettica che ha il suo punto di fuga al centro del cerchio descritto dall’unione delle quattro immagini. Questo espediente narrativo (unito alla scelta di colorare la vista originale rispetto alle altre versioni trasposte in bianco e enero) inserisce la libreria in un ambiente, in un preciso contesto che valorizza l’oggetto e ne viene a sua volta valorizzato. La visione frontale riporta infine il progetto alla sua originaria semplicità, ad una tridimensionalità che può essere letta perfino tra le pieghe di un’immagine bidimensionale. Un concetto che (per dirla con Magistretti) potrebbe essere trasmesso anche al telefono.
Il silent book costituirà parte della mostra e sarà visibile presso i locali della Fondazione Studio Museo Magistretti fino al 22 Febbraio 2018.